Enzo Mari
Enzo Mari è considerato uno dei più grandi teorici e rappresentanti del design italiano. Nasce nel 1932 a Novara e si forma all’Accademia di Brera tra il 1952 e il 1956. Dopo aver terminato gli studi, si dedica da subito a un’intensa attività artistica e aderisce a movimenti d’avanguardia legati al design. Entra infatti nel gruppo italiano dell’Arte cinetica e conosce Bruno Munari, che eserciterà un’influenza significativa sulle opere del giovane designer piemontese.
Alla seconda metà degli anni ‘50 risalgono le sue prime sperimentazioni, come il puzzle componibile in legno “16 animali”, realizzato per Danese e prodotto a partire dal 1956. Questa e altre creazioni testimoniano il suo interesse per il mondo dell’infanzia: oltre a progettare giochi, Mari è anche autore di libri per bambini.
Nel 1963 diventa coordinatore del gruppo italiano “Nuove tendenze”, curandone la mostra alla Biennale di Zagabria del 1965. Partecipa anche a diverse edizioni di importanti rassegne, come la Biennale di Venezia e la Triennale di Milano. Nel 1971, prende parte alla mostra “Italy: the New Domestic Landscape” organizzata dal MoMA, contribuendo a far conoscere al mondo il design italiano.
Mari è attivo nei settori dei prodotti industriali e dell’allestimento mostre. A caratterizzare la sua opera è il primato della funzionalità rispetto all’estetica e la ridefinizione dell’oggetto di design come prodotto durevole nel tempo, superando l‘idea di opera fine a sé stessa. Per il designer piemontese, inoltre, l’arte deve essere democratica e arrivare a tutti e lo spettatore non deve essere più un consumatore passivo, ma un fruitore attivo di un oggetto artistico. Una concezione in linea con il motto del movimento Arte cinetica: “Il nostro scopo è fare di te un partner”. Il suo estro creativo si esprime in una continua sperimentazione di forme e significati.
Mari collabora con note aziende italiane, tra cui Alessi, Artemide, Danese, Olivetti, Zanotta, per le quali realizza vari oggetti d’uso e di arredamento. Tra i tanti degni di nota, si segnalano il centrotavola Putrella (1958), i calendari perpetui Formosa (1963) e Timor (1967) e il vaso Pago-Pago (1969) per Danese. Da non dimenticare, inoltre, l’attenzione particolare che Mari dedica alla sedia e che si traduce in prodotti come Sof Sof (1972) e Delfina (1974) per Driade o Tonietta (1985) per Zanotta, alcuni dei quali premiati con il Compasso d’oro.
Il lavoro di Mari si esprime anche nel campo della grafica. Con le sue grafiche e i suoi poster raffiguranti la natura e gli animali, il designer piemontese semplifica al massimo il messaggio per far entrare l’arte nelle case rendendola accessibile.
Accanto all’attività di progettazione, Mari si dedica alle ricerche teoriche. Oltre a essere un importante animatore del dibattito sul design, produce numerosi testi critici, tra cui “Autoprogettazione”, considerato una pietra miliare per ogni designer, pubblicato nel 1974. La sua incessante opera di ricerca e approfondimento gli vale nel 1967 un Compasso d’oro.
Ugualmente significativa è la sua longeva esperienza didattica, cominciata nel 1963 e proseguita fino agli anni 2000 tenendo corsi e conferenze presso le più importanti istituzioni accademiche in Italia e all’estero. Dal 1976 al 1979 è anche presidente dell’ADI (Associazione per il Disegno Industriale).
Hanno dedicato mostre ed espongono oggetti di Enzo Mari i più importanti musei d’arte e design di tutto il mondo, come il MoMA di New York, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Triennale Design Museum di Milano.
Durante la carriera, Mari ha ottenuto prestigiosi premi: il Compasso d’oro (per cinque volte, di cui un premio alla carriera nel 2011), il Royal Designers for Industry dalla Royal Society of Arts (2000), la Laurea Honoris Causa in Disegno Industriale dal Politecnico di Milano (2002).
Nel 2020, pochi mesi prima della morte, Mari ha donato il suo archivio al Comune di Milano. Il fondo archivistico raccoglie i documenti e i progetti prodotti dal designer durante la sua attività professionale dal 1952 al 2015.